sabato 8 novembre 2014

Recensione - Essere Melvin di Vittorio De Agrò

Titolo: Essere Melvin - Tra finzione e realtà
Autore: Vittorio De Agrò
Editore: Lulu
Pagine: 420
Prezzo: 10,50 (cartaceo) | 0,99 (ebook)
Link utili: Lulu | Blog | FB | Twitter
Essere Melvin è per un verso la storia di un cavaliere temerario che deriva la sua audacia da un rapporto con la realtà tutto trasfigurato dalla finzione; per altro verso è la storia di una vendetta lungamente preparata e macchinosamente architettata. Dirò di più: il libro stesso è una gigantesca rivalsa, non contro qualcuno in particolare, ma contro la misura colma delle frustrazioni e delle delusioni, contro una vita che somiglia troppo poco a quella sognata. Un romanzo d’avventure, dunque? Certo. Purché il lettore sia avvertito che le terre di conquista sono tutte interiori, e che l’eroe era ben poco equipaggiato ad affrontare i mostri, i draghi, gli stregoni e i briganti che non sospettava di nascondere in sé. Melvin è una storia vera. (Dalla prefazione di Guido Vitiello)

"Melvin, bambino di trent'anni precocemente invecchiato con il suo bastone da passeggio, 
vi conquisterà come se davvero fosse nato dalla fantasia di uno scrittore. 
Si può dire che la sua vita è stata il suo romanzo, 
e questo libro non ne è che la trascrizione. 
E per quanto suoni incredibile, è tutto vero." - Dalla prefazione di Guido Vitiello

Non sono una persona a cui piace leggere biografie. Mi limito dal farlo anche perché curiosare e giudicare la vita di qualcuno non è giusto, chi sono io per farlo? Nella trama di Essere Melvin però ho trovato un argomento interessante a cui far fronte: la personale testimonianza di apprendere un problema mentale e chiedere aiuto ad una figura professionale.
Per scrivere un libro ci vuole uno scrittore e avvolto nella modestia Vittorio de Agrò non vuole definirsi tale, guai a farlo. Un personaggio coerente che viene svelato tra le pagine della sua stessa biografia tra l'insicurezza e il disagio, così come la forza di riprendere in mano la propria vita.
Sembra strano, inusuale, surreale che un compagno, un amico o un familiare possano soffrire di un qualche disturbo psicologico. Siamo perennemente circondati da persone vicine e poche volte apprendiamo il tormento che può celarsi in ognuno. Una maschera è facile da portare, finché non inizia a sgretolarsi per l'usura e così la nostra forza di farcela da soli.
Melvin trova il coraggio di fare una cosa che molti tardano a fare per dignità, forse. Per paura, anche. Per occhiate indiscrete, soprattutto. Chiedere aiuto ad uno psicologo. Figura che nel libro troveremo col nome di Splendente. Figura che darà il via a questo diario di ricordi.

"Nella vita di un uomo può capitare di perdere la dritta via e di ritrovarsi nella selva oscura. 
Una volta dentro è arduo uscirne. Bisogna avere coraggio, freddezza e forza di volontà. 
Chi non possiede queste qualità è costretto a chiedere aiuto. 
Bisogna avere l'umiltà di riconoscerlo e affidarsi a un estraneo. 
E' il primo passo, ma il più difficile da compiere. 
Questo è il mio caso." - Estratto di Essere Melvin, Vittorio De Agrò.


Melvin è umano, un individuo come tanti che però nei meandri della sua mente nasconde il fardello di un padre che pretende, una vita in continuo movimento, una madre attaccata all'istruzione e figure femminili disarmanti con l'insicurezza che porta a compiere o meno determinate azioni. Melvin si ritroverà a vivere una vita troppo difficile nella società per quelli che sono i suoi ideali, tanto da rimanere schiacciato e in preda alla paura, fingendo anche la morte. Finzione è proprio quella che caratterizzerà la sua vita, perché mentire è più facile che ammettere. Finché poi la situazione, come ovvio che sia, tenderà a sfuggire di mano.
La storia ci viene presentata proprio tramite le descrizioni di Melvin stesso, che affronta giorno dopo giorno sedute con lo Splendente partendo a raccontare la sua storia catalogata per anni, così da arrivare al fulcro del problema con una presentazione più chiara del "da dove il tutto cominciò". Veniamo subito trasportati nel disagio che persiste nella mente di Melvin, così come il suo difficile rapporto con le figure femminili. Difficoltà lavorative, familiari, difficoltà a lasciarsi finalmente andare con l'amore. Voglia di amare ma paura di un rapporto carnale. La libertà di ricrearsi attraverso una figura inesistente nell'era del digitale, la perdita della ragione.

Ho trovato questo viaggio interessante dal punto di vista psicologico, meno entusiasmante la figura madre dello Splendente. Melvin è libero di esporsi ma lo Splendente, come figura professionale , risponde in maniera fredda e asciutta, dura talvolta e spesso con risposte che a me sono parse troppo scontate più che d'aiuto. La storia tende ad incalzare sin da subito, grazie anche uno stile di narrazione fluido, purtroppo l'interesse tende però a calare man mano per i troppi dettagli. Possono bastare 400 pagine per raccontare una vita? Sicuramente no. Ma molte cose appartengono a noi stessi e fanno fatica a catturare l'attenzione di altri.

Sicuramente non un racconto di quelli in grado di tenervi sempre incollati tra le pagine, la vita di ogni individuo è caratterizzata da alti, bassi, momenti interessanti e altri meno. Melvin ci accompagna alla scoperta di sé senza lasciare dietro i più minimi particolari e spesso il lettore è costretto a fare una pausa per il troppo a cui far fronte. Una lettura adatta però ai più curiosi.

3/5

1 commento:

♥ please, lasciate un segno del vostro passaggio!

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...