Buon pomeriggio miei cari lettori! Pomeriggio snervante per me, causa corrieri che non sanno fare il loro lavoro. Sto aspettando da giorni una consegna, ma dei libri nemmeno l'ombra, pare che il mio indirizzo sia troppo difficile da trovare (bah?). Lasciando a parte casi personali, voglio parlarvi oggi di un libro che mi è stato mandato dalla casa editrice in questione: "So dove se" di Claire Kendal edito Garzanti. Purtroppo il libro ha deluso un po' le mie aspettative nonostante non avessi mai letto nulla riguardo lo stalking, lo stile dell'autrice però promette veramente molto bene. Cosa ne pensate?
Titolo: So dove sei
Autore: Claire Kendal
Editore: Garzanti
Pagine: 325
Prezzo: 16,40
Data uscita: 18 Settembre 2014
E lui. Ancora lui. Sempre lui. Clarissa lo sa. Non c'è bisogno di ascoltare la segreteria telefonica. Di leggere l'ennesimo messaggio che lampeggia sullo schermo del cellulare. Di scartare i regali che continuano ad arrivare, indesiderati. Il suo volto, i suoi occhi sono dappertutto: qualsiasi cosa lei faccia, lui la sta guardando. Nulla, dopo quella notte, è più come prima. Quando Clarissa ha accettato di uscire a cena con Rafe, un collega dell'università, l'ha fatto un po' per cortesia, un po' per svagarsi. Mai avrebbe immaginato che quelle poche ore potessero stravolgere la sua esistenza. Soprattutto perché lei, di quella notte, non ricorda più nulla. Ma da allora qualcosa nel comportamento dell'uomo è cambiato, è sempre più assillante. Lo spazio intorno si è come svuotato, lasciandoli pericolosamente soli. L'unica via d'uscita sembra venire dalla convocazione a far parte della giuria di un processo. Clarissa deve isolarsi dal mondo esterno, rendersi irreperibile, negarsi a ogni contatto. Al sicuro tra le mura del tribunale, si sente protetta, riesce addirittura a farsi degli amici. Ma l'illusione dura poco. Rafe riesce a raggiungerla anche lì. E man mano che il caso su cui è chiamata a esprimere il proprio giudizio comincia a mostrare più di una somiglianza con quanto sta vivendo in prima persona, Clarissa si rende conto che se vuole liberarsi dalla paura deve controbattere colpo su colpo.
Clarissa. Clarissa. Clarissa. Clarissa.
Clarissa.Clarissa. Clarissa.
Clarissa. Clarissa.
Clarissa.
Un'unica notte insieme, è stata drogata? Cosa è successo? E' bastata un'unica notte per far continuare a frullare il nome di Clarissa nella testa di un uomo, "uomo" dal nome che Clarissa vorrebbe dimenticare. Ossessione, possessività, determinazione, follia, cecità, incredulità. Essere vittime di stalking, di vero e proprio stalking, deve essere assolutamente terrificante, snervante e distruttivo.
E forse è questo che mi aspettavo dalla protagonista, che è sinceramente l'esatto contrario di quello che si prevederebbe da una persona normale. Lo dice lei stessa, continua a fare il contrario da ciò che viene consigliato negli opuscoli per vittime da stalking. E lo fa, seriamente, il contrario, ma soprattutto non reagisce in nessuna maniera. È passiva, sottomessa e distratta. Dopo l'unico e superficiale tentativo di rivolgersi alla polizia, fallendo miseramente per le assurdità che chiede la legge (prove di danni fisici per poter sottoscrivere una denuncia), la protagonista decide di aspettare che le venga fatto qualcosa, di raccogliere prove, per poter reagire.
Il problema è che Rafe come stalker inquieta nel seguire, parlare, ripetere, assillare, fare regali, sussurrare cose spaventose, senza alzare mai un dito. Quindi, nessuna prova che il loro rapporto non sia consensuale. Non ho niente a cui aggrapparmi per fare un paragone, ma sicuramente sia il comportamento di Clarissa nei confronti di Rafe così come il comportamento suo come stalker hanno sollevato forti dubbi nella mia mente. Come avrei reagito io? Sarei stata tranquillamente passiva e ossessionata come la protagonista dal pensiero dell'ex fidanzato o del nuovo ragazzo con cui inizia un piacevole rapporto di conversazione, o sarei stata evidentemente e continuamente assente, impaurita, e in cerca di un qualsiasi tipo di aiuto? Rafe è uno stalker invadente, come è normale che ogni stalker sia, la sua figura fa sempre da ombra in agguato, per poi avvicinarsi quatto quatto e sussurrare spiacevoli parole, Clarissa, Clarissa. Perché fai così? Ti sono piaciuti i miei regali? E Clarissa dal canto suo non fa niente. Non dice a nessuno quello che sta succedendo, assorbe il tutto continuando la sua vita. Il tutto si ripete, tra annotazioni nell'agenda nera a incontri spiacevoli, il tutto si ripete nella narrazione che si divide tra la terza persona e la prima persona, terza come occhio esterno a raccontare il processo nel tribunale che Clarissa segue come volontaria e prima persona sotto forma di diario personale per annotarsi come prova la terrificante ossessione di Rafe, ogni giorno, giorno dopo giorno, date a testimoniare incontri non voluti.
Ad essere sincera come primo libro con soggetto "stalking" non mi è andata molto bene. Ho trovato lo stile dell'autrice molto maturo per essere un esordio, ma purtroppo la storia tende ad essere molto lenta ad ingranare per poi giungere ad una conclusione molto affrettata. L'idea di mescolare "processo" e "vita reale" è molto originale, peccato per la poca credibilità dei protagonisti. Un'autrice che sicuramente rileggerei, ma So dove sei manca del suspense che ci si aspetta di trovare tra le sue pagine.
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2/5 |
Cosa ne pensate? Vi ispira questo libro?
Avete mai letto di stalking?
Vi inquieta come argomento?