domenica 14 dicembre 2014

Recensione - Phobia di Wulf Dorn

Buona sera miei cari e buona domenica! Oggi ho fatto accesso al blog e mi sono ritrovata davanti al numero 400 lì, nella sezione follower. Non sapete quanto è grande la sorpresa e la gratitudine di vedere i lettori che aumentano, traguardo dopo traguardo. Quindi vi ringrazio, uno ad uno!
Sono stata un po' assente nell'ultimo periodo rispetto al mio ritmo serrato di pubblicazione quasi giornaliera. Ad essere sincera mi è mancata un po' la voglia, sarà il freddo? Insomma Natale si avvicina, come state passando il conto alla rovescia? Sommersi di regali da fare, pacchetti da preparare e incontri anticipati con parenti? Io ancora niente di tutto questo, l'aria natalizia la sento ben poco e come sempre tendo a rimandare e rimandare finché non mi accorgo che mancano solo pochi giorni a Natale! Oggi ne approfitto per pubblicarvi una recensione che avevo già scritto ma che non ho avuto modo di revisionare: Phobia di Wulf Dorn. Chi mi segue forse sa quanto mi piaccia questo autore e piano piano sto recuperando tutte le sue opere. Questa, l'ultima, mi è servita anche per completare una tappa per il Mastereader reading challenge, quindi ben venga! Purtroppo non mi è piaciuto particolarmente rispetto agli altri suoi libri, lascia con un finale che proprio non si può!

Titolo: Phobia
Autore: Wulf Dorn
Editore: Corbaccio
Prezzo: 16,60
Pagine: 324
Data pubblicazione: 11 Settembre 2014
Londra, una fredda notte di dicembre nell'elegante quartiere di Forest Hill. Sarah sta dormendo quando sente rientrare il marito, che sarebbe dovuto restare via per lavoro ancora qualche giorno. Ma l'uomo che trova in cucina intento a prepararsi un panino non è Stephen. Eppure indossa gli abiti di Stephen, ha la sua valigia, ed è arrivato fin lì con l'auto di Stephen, parcheggiata come al solito davanti alla casa. Sostiene di essere Stephen, e conosce particolari della loro vita che solo lui può conoscere. Elemento ancora più agghiacciante, l'uomo ha il volto deturpato da orribili cicatrici. Per Sarah e per Harvey, il figlio di sei anni, incomincia un incubo atroce, anche perché lo sconosciuto scompare così come era apparso e nessuno crede alla sua esistenza. Anche la polizia è convinta che Sarah sia vittima di un forte esaurimento nervoso e che non voglia accettare che il marito sia andato via di casa volontariamente e che presto tornerà. Sola e disperata, Sarah si rivolge all'unica persona che, forse, può aiutarla, il suo amico d'infanzia Mark Behrendt, psichiatra che conosce gli abissi dell'animo umano. Insieme Mark e Sarah iniziano a indagare, mentre il misterioso sconosciuto è sempre un passo avanti a loro e sembra divertirsi a tormentarli, a lasciare piccoli segnali e scomparire. Chi è l'uomo sfigurato? Che cosa vuole da Sarah?
Cosa vi viene in mente al sentir pronunciata la parola "fobia"?
Quali sono le vostre più grandi paure?
Forse è questo che mi sono immaginata con il titolo a grandi lettere stampato sulla cover della nuova opera pubblicata di Wulf Dorn, maestro del thriller ormai conosciuto per il bestseller "La psichiatra", una più persistente e costante paura, da trasmettere anche realmente al lettore e non un semplice chiedersi cosa sta succedendo? A lettura terminata quindi non ho potuto fare a meno di domandarmi se un altro titolo non fosse stato più appropriato. Ma lasciate che mi spieghi.
La protagonista Sarah durante il sonno sente parcheggiare una macchina nel vialetto, sbattere la porta di casa, appoggiare chiavi al mobiletto e rumori in cucina. Seppur inaspettato è sicuramente il marito in ritorno dal suo impegno lavorativo. Certo difficile immaginarsi che una volta scese le scale e addentrata in cucina Sarah si ritrovi davanti ad un perfetto sconosciuto. Indossa gli stessi abiti del marito Stephen, seppur calzino visibilmente corti. Parla e si muove come il marito, si crede effettivamente suo marito. Ma quell'uomo non è il marito, se non un uomo sconosciuto deturpato da cicatrici. Chi è e cosa vuole da Sarah?
Una trama così già trasmette paura, immaginatevi voi di impersonarvi nella protagonista e di ritrovarvi tra le mura di casa un perfetto sconosciuto che pretende e ripete di essere vostro marito. Immaginate poi di avere un figlio piccolo e innocente al piano di sopra da difendere. Voi cosa fareste?
Le prime pagine del libro si aprono direttamente all'azione lasciando il lettore in sospeso e circondato da continue domande sul cosa stia effettivamente succedendo, i piccoli indizi lasciati in qua e là dall'autore giocano a favore delle supposizioni personali. La lettura scorre via veloce (seppur la narrazione in terza persona che da voce a più personaggi metta un po' in confusione), la voglia di sapere è tanta e il lettore sa che si troverà solo tra le ultime pagine, maledetta suspense. Una corsa contro il tempo ma ecco che giunti al termine la situazione viene spiegata ma lasciata con una sensazione di vuoto. E allora? Cosa è successo? Cosa vuole far intendere l'autore, un ipotetico seguito?
Devo dire che la lettura di Phobia mi ha intrattenuta per buona parte di due pomeriggi ma a lettura terminata sono rimasta con l'amaro in bocca. Si può parlare di fobia quando si ha paura di un individuo sconosciuto a livelli di stalking e che continua a incutere timore verso Sarah, giusto. Ma la storia in sé sembra perennemente incentrata sulla storia di questo Mr. Nessuno sfigurato. Le paure di Sarah si leggono, ma allo stesso tempo lei ne va alla ricerca. Normale no che una persona per paura di ritrovarsi uno sconosciuto in casa si trasferisca dall'amica, cerchi in aiuto Mark, l'amico d'infanzia psicologo per risolvere il problema. Ma nella fobia quale individuo va alla costante ricerca del suo male? Immaginate di aver paura di ragni e volervene continuamente circondare. Non suona un po' contraddittorio? Nel gioco della psicologia sicuramente perderei, ma io da lettrice mi faccio domande e mi impersono nel personaggio, voglio sentire addosso la sua paura, voglio avere paura insieme a lei. In Phobia invece la sensazione è quella di voler capire cosa porta Mr.Nessuno a fare quello che vuole fare e che, tra l'altro, non fa niente se non presentarsi come marito di Sarah credendo realmente di esserlo. Da qui la mia confusione verso il titolo.
Una lettura sicuramente in grado di lasciarvi una bizzarra sensazione di disagio addosso grazie ad una trama che cattura l'attenzione, ma che poi lascia con il finale in sospeso. Possibile che l'autore abbia in mente qualcosa? Non c'è che aspettare per scoprirlo.
3/5
Cosa ne pensate? Vi aveva incuriosito il romanzo?
Avete mai letto qualcosa di Wulf Dorn?
Quali sono le vostre più grandi paure?

3 commenti:

  1. Io non ho mai letto nulla dell'autore, nonostante sia costantemente attratta dai suoi libri. Vorrei iniziare proprio da questo o da La psichiatra. Su questo ho sentito pareri discordanti, quindi se da una parte sono curiosa, dall'altra ho paura che possa non piacermi :\

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  2. Per quanto riguarda il Natale, ti capisco, perché anche io faccio esattamente come te xD per quanto invece riguarda il libro, ne avevo sentito parlare e sinceramente mi incuriosiva, ma la tua è la prima recensione che leggo, quindi... mah... non avendo mai letto nulla dell'autore, non sono tanto convinta... forse dovrei partire da qualcos'altro. Quel che è certo è che la cover originale non si può guardare... xD a parte che è brutta, ma poi effettivamente fa abbastanza paura! Oppure sarà che io mi impressiono con niente! =__='

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  3. Complimenti per i 400 follower, tutti meritatissimi!!! *^*
    Questo autore mi ispira tantissimo, voglio legger qualcosa di suo!!

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